domenica 27 febbraio 2011

I Lakers battono i Thunder, i Knicks sbancano Miami.



Alla fine il passaggio di consegne tra Kobe Bryant e Kevin Durant come dominatore della Lega a me pare sincerament einevitabile, però stanotte non è avvenuto.
Nel 90-87 con cui i Los Angeles Lakers hanno sbancato la Oklahoma City Arena però non si deve troppo lodare la prova dei due campioni, quanto le difese delle due squadre che hanno scritto la storia della gara. All'inizio infatti è Tabo Sefolosha a primeggiare sul 24 gialloviola, così come Ron Artest insegna scienza della difesa al 35 dei padroni di casa. Risultato? I Thunder quasi sempre avanti con le magie di Westbrook (17 alla fine del primo tempo) recuperati però dai due lunghi dei Lakers, dominanti sotto canestro.
Nel terzo quarto la musica cambia perché i Lakers stringono ulteriormente le maglie dietro: Kobe si sposta sul play dei Thunder e lo annulla (Westbrook segnerà il 18° punto a metà quarto quarto), Artest continua a limitare fortemente Durant, i Lakers piazzano un 21-13 e vanno in testa.
Nell'ultimo period Bryant si intestardisce e forza troppo contro Harden (grande fiesa pure lui) e Sefolosha, però i Lakers tengono dietro e concedoon pochissimo a rimbalzo. Nel finale punto a punto un tripla e un fade-away del 24 risultano letali, e Artest dimostra la sua grandezza difensiva rubando un pallone a Durant nel momento decisivo dell'incontro. Se non fosse stato per uno 0-2 di Odom ai liberi i Thunder non avrebbero avuto neppure i due tiri da 3 per l'overtime.
I Lakers vincono una gara giocando non bene ma dimostrando concentrazione, soldiità mentale, cattiveria cestistica: un ottimo indizio sulla possibile ritrovata voglia di combattere degli uomini di Jackson. Per i Thunder terza sconfitta di fila e l'evidente segnale che ancora non appaiono maturi per competere fino in fondo con le grandi dell'NBA. Ma rimangono comunque il futuro scritto della Laga.

 Ecco che con la vittoria a Miami per 91-86 i New York Knicks acquistano un peso specifico molto più rilevante all'interno della Easter Conference: protagonista Carmelo Anthony con 29 punti, ottimi comprimari Stoudermire e Billups con 16. New York recupera il -11 del primo quarto e va a vincere punto a punto contenendo soprattutto Dwyane Wade (12 punti). Vittoria potentzialmente pesantissima per la squadra di D'antoni, ottenuta anche con una gran stoppata di Stoudemire nel finale. 
I Dallas Mavericks passano a Toronto senza incontrare nessuna opposizione nel secondo tempo, che chiudono 64-39. Il 114-96 finale è segnato dai 31 e 13 di Nowitzki, Bargnani assente per influenza. I San Antonio Spurs mantengono le distanze dalle inseguitrici battendo i Memphis Grizzlies 95-88 con un Manu Ginobili da 35 punti.
Gli Orlando Magic si liberano dei Charlotte Bobcats 100-86 grazie alla doppia doppia di Howard e ai confortanti 16 di Gilbert Arenas, che ha messo un bel 5/7. Inutili i 35 punti di Stephen Jackson. Gli Hawks passano bene a Portland 90-83 con 45 combinati di Crawford e Johnson, i Rockets vincono in grossa rimonta a New Orleans 91-89 sfruttando un Kevin Martin da 33 con 13/13 ai liberi. Ottima prova di Belinelli, 14 punti con 6/8 al tiro.
I Minnesonta Timberwolves sconfiggono i Golden State Warriors 126-123 con Kevin Love che stavolta la doppia doppia la "condisce" a dovere: 37 punti e 23 rimbalzi. Per gli avversari 33 di Curry e 23 di Wright. Phoenix passa in casa dei Pacers 110-108 dopo un supplementare spolverando un eterno Grant Hill da 34 punti. Infine i sempre più convinti e convincenti Philadelphia 76ers vincono a Cleveland 95-91 con sei giocatori in doppia cifra.

20° campionato - Siena vince il big match con Cantù.

La partita più importante della quinta di ritorno è stata senz'altro lo scontro diretto tra prima e seconda. Se l'è aggiudicato il Montepaschi Siena per 73-63, con la squadra di Trincheri che ha provato con generosità a stre dietro a quella di Pianigiani per tutto il match ma alla fine ha dovuto subire la superiorità soprattutto psicologica dei padroni di casa. Protagonista dell'incontro Rakovic con 18 punti, poi uno Zisis (foto) ordinato da 10 punti e 5 assist, stesso score di Moss e Hairston. Alla fine l'assenza di Kaukenas non si è fatta sentire più di tanto, anche perché come al solito tutti nel Montepaschi hanno fatto il loro. Per la Bennet doppia cifra di Green, Leunen e Micov.
Se c'è una grande qualità che ha la Lottomatica Roma di quest'anno, è quella di riuscire a "resuscitare" tutti gli avversari che incontra: stavolta è toccato alla Benetton Treviso, che davanti al pubblico amico ha schiacciato gli avversari 86-72. Roma gioca un primo quarto ottimo, con Charles Smith che ne mette 14 con un bombardamento da tre. Poi si inziano a intravedere segni di cedimento mentale, ma il primo tempo finisce comunque 45-44 per i romani. Nella ripresa buio totale,  Treviso va avanti con Brunner, Bulleri, Devin Smith e un ottimo Gentile a suonare la carica, e i capitolini si sciolgono senza opporre la minima resistenza. Ultimo periodo di normale amministrazione per la Benetton nonostante un blocco in attacco nella prima parte, che Roma ovviamente non ha sfruttato. Alla fine 21 per Devin Smith, altri quattro in doppia cifra. Per la Lottomatica 21 di Charles Smith che però come al solito gioca un quarto soltanto, 16 di un buon Dasic, 12 di Dedovic anche lui molto altalenante in questo periodo.
L'Armani Jeans Milano approfitta della sconfitta di Cantù e torna al secondo posto battendo la Dinamo Sassari 88-72: è David Hawkins a dominare con 27 punti. Crisi nerissima per l'Angelico Biella, asfaltata a Cremona 72-87 ma sempre in ritardo pesantissimo: top scorer Sekulic con 25.
Bella e soprattutto importantissima la vittoria dell'Enel Brindisi per 92-78 sulla Cimberio Varese: Diawara e Touré col ventello, Robertson ne aggiunge 19, il rientrante Lang 13. Per Varese da segnalare i 19 del solito, volenteroso Fajardo. Pesaro si sbarazza di Teramo 72-53 con 19 di Daniel Hackett.
Ieri l'Air Avellino ha superato Montegranaro 83-75 con 30 clamorosi punti di Omar Thomas, a mezzogiorno la Canadian Solar Bologna ha avuto la meglio sulla Pepsi Caserta per 69-61 con un Kenendy Winston nullo per tutta la gara e poi magnifico nell'ultimo quarto, ma soprattutto con un Sanikidze scatenato, che ha preso rimbalzi ovunque e chiuso con un impressionante 16 e 14. Grande prova di atletismo e di volontà.

sabato 26 febbraio 2011

Vincono Dallas, Chicago e Boston

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: i Dallas Mavericks, contrariamente a quanto avevo immaginato a inizio stagione, sono una squadra che  può aspirare al titolo.
Coach Carlisle ha trovato la quadratura del cerchio liberando Nowitzki dal peso di dover sostenere interamente l'attacco dei texani: in attesa del ritorno di Caron Butler, una serie di "seconde punte" come Jason Terry, Jose Barea, Shawn Marion e adesso a quanto pare anche Tyson Chandlers stanno facendo girare la squadra a meraviglia. Wunderdirk in questo modo, quando anche i compagni devono essere onorati con una marcatura attenta, diventa un'arma tattica letale. Nella vittoria di stanotte a Washington 105-99 (quinta di fila) 21 per il tedesco che si è potuto permettere anche un modesto 6/18, 25 per Terry, 23 e 13 rimbalzi per Chandler, 14 assist per Jason Kidd (già, non dimentichiamolo mai il piccolo grande play...). Insomma, tutti fanno il loro e Dallas va che è una meraviglia. La rincorsa dei Lakers al secondo posto sarà ardua.
Chi pare dettare le regole sono anche i Chicago Bulls, che vincono con la difesta a Milwaukee 83-75. Se una squadra si può permettere di segnare solo 13 punti nell'ultimo periodo e controllare comunque agevolmente una gara significa che i meccanismi, soprattutto quelli mentali, funzionano a dovere. Più che le percentuali tutte piuttosto scarse dei giocatori dei Bulls vale la pena segnalare i 17 rimbalzi del rientrato Joakim Noah: sotto i tabelloni ricomincia a farsi sentire, e se Boozer può giocare sentenedosi un po' più protetto quando (ancora troppo spesso) omette di difendere, allora anche in attacco le cose portebbero migliorare.
I Boston Celtics vincono a Los Angeles sponda Clippers sonnecchiando nel primo tempo e ribaltando poi la pratica nel terzo quarto, chiuso 34-21. 24 di Pierce, 22 di Allen, 16 e 11 rimbalzi di Garnett, 11 assist di Rondo. Centro titolare è partito Krstic, in attesa del ritorno di Shaq. Per i Clippers benone Foye (32 punti), Griffin 21 e 11 ma l'ombra di KG che non l'ha fatto scintillare come al solito.
Gli Houston Rockes battono 123-108 i New Jersey Nets. Deron Willimas non tira benissimo ma piazza 17 assit. Per i padroni di casa portentosi Kevin Martin (30 con 4/6 da tre), Budinger (27 con 8/11 totale), Scola (23 con 9/15).
I sempre più lanciati Memphis Grizzlies asfaltano i Sacramento Kings 120-92 con Randolph  e Marc Gasol a troneggiare, i Detroit Pistons (bufera nello sogliatoio) trovano la forza di superare gli Utah Jazz 120-116 con i 28 di Stuckey e 16 rimbalzi di Monroe.

I Lakers vincono il derby, un grande Gallinari sconfitto a Portland.


Dodici i match disputati nella nottata.
Partiamo dei miei Los Angeles Lakers, che hanno vendicato la brutta sconfitta patita contro i Clippers qualche settimana fa. Primo tempo a passo di danza, poi Kobe Bryant nel terzo quarto accelera, si tira dietro i compagni e scava il solco decisivo. I Lakers vincono il quarto 33-17 e la partita 108-95. Per Kobe 24 con 10/16 al tiro, 22 per Gasol, 16 e 10 per Bynum. Continua la rincorsa almeno ai Dallas Mavericks. Doppia doppia per Blake Griffin.
Con la gara che ha giocato a Portland, Danilo Gallinari avrebbe meritato di portarla a casa. 30 punti con 7/14 al tiro, 15/17 ai liberi, 9 rimbalzi. Però i Trail Blazers proprio non ne vogliono sapere di mollare, hanno recuperato nell'ultimo quarto e vinto all'overtime. Aldridge 24 e 14 (che giocatore...), Fernandez, Miller  e un Roy partito dalla panchina 18. Portland è sempre più una squadra da ammirare.
Terzo quarto portentoso degli Spurs contro i nuovi Nets di Deron Williams, che vengono superati 106-96. Manu Ginobili 26 punti.
Dwight Howard incontenibile, i Wonder Boys Durant/Westbrook un po' sotto il par: 40 e 15 rimbalzi per il centro dei Magic, 38 combinati per i due dei Thunder (però Durant ha preso 16 rimbalzi, non male). Orlando supera Oklahoma City 111-88 in una gara con poca storia.
Dopo i Lakers qualche tempo fa, anche i Knicks cadono (e male) in casa dei disastrati Clevleand Cavaliers: il trio Anthony/Stoudemire/Billups ne mette 84, ma del resto della squadra gioca soltanto Landry Fields. Cleveland gioca più unita e lla fine prevale 115-109.
Con Bosh ancora un po' sottotono, Dwyane Wade deve fare gli straordinari per battere i Wizards, che propongono uno Young da 38 punti e un Wall da 24. Ecco che allora "Flash" risponde con 41, e anche LBJ ne aggiunge 25. Finale 121-113, però gli Heat non hanno particolarmente brillato.
I New Orleans Hornets passano 95-81 in casa dei Minnesota Timberwolves. Per Belinelli 4 punti in più di 20 minuti di impiego, Kevin Love continua la rincorsa a Moses Malone con 11 punti e 14 rimbalzi.
I Toronto Raptors del Mago invece neppure scendono in campo contro i Phienix Suns: 14-35 il parziale del primo quarto e tutti a casa. Anzi, il 92-110 finale è anche stretto di punteggio. 26 con 12/15 per Bargnani, ma davvero è una statistica che conta pochissimo. 

Altre gare:
Golden State Warriors-Atlanta Hawks 79-95 (Smith 26p)
Philadelphia 76ers-Detroit Pistons 110-94 (Young 24)
Indiana Pacers-Utah Jazz 84-95 (30 Jefferson, 23 e 18 Millsap)
Charlotte Bobcats-Sacramento Kings 110-98 (Jackson 30)

venerdì 25 febbraio 2011

I Chicago Bulls spaventano la Eastern Conference, Gallinari esordio vincente a Denver.



Adesso che è tornato in campo anche Joakim Noah la difesa dei Chicago Bulls è davvero un fattore determinante, soprattutto allo United Center. Tom Thibodeau stanotte ha adoperato una tattica precisa e redditizia: concediamo il necessario a chi non si può fermare più di tanto, ma chiudiamo ogni spazio agli altri.
E così Dwyane Wade ha messo 34 punti, LeBron James ne ha aggiunti 29 con 10 rimbalzi, ma gli altri sei giocatori in campo soltanto altri 26 punti. In particolare, Chris Bosh ne ha messi 7 con 1/18 al tiro.
Dall'altra parte Derrick Rose nel secondo tempo ha scoperchiato la difesa degli Heat nei momenti cruciali, e negli ultimi minuti con la gara punto a punto ha messo un paio di lay-up in penetrazione da vera antologia. Poi sull 89-89 a una manciata di secondi dalla fine lo scarico per Deng e il piazzato dall'angolo che ha deciso il match. 93-89 per i Bulls con 26 di Rose, 20 di Deng e 16 di Boozer. Chicago saldamente terza a Est, sarà seriamente protagonista.
I Boston Celtics non approfittano della sconfitta degli Heat e inciampano contro i nuovi Denver Nuggets 75-89.  Decisivo un ultimo quarto da 28-15 per i padroni di casa. Danilo Gallinari è l'unico nuovo acquisto a partire in quintetto, ma gioca una partita piuttosto incolore e finisce con 2 punti in 19 minuti. Meglio i 16 punti di Chandler e i 10 assit di Felton. Per i Celtics (sicuri che Perkins e Robinson non servivano più?) un Kevin Garnett da 14 e 13 rimbalzi.

giovedì 24 febbraio 2011

Eurolega - Montepaschi glorioso! Schiantato l'Efes Pilsen, playoff raggiunti.



Semplicemente strepitosi!!!
Dopo un primo tempo difficilissimo, chiuso con un parziale tremendo di 0-5 in 10 secondi e gravati di falli, i ragazzi di Pianigiani avrebbero potuto tornare in campo più timorosi, cauti nel distribuire le energie. E invece come al solito hanno azzannato senza tregua e hanno deciso gara e qualificazione nei loro soliti, storici dieci minuti.
Ma raccontiamo la partita con ordine: Siena parte bene in attacco nel primo quarto ma soffre tremendamente Rakocevic, Gonlum e un Efes Pilsen che fa girare palla velocemente e costringe ad aiuti in ritardo. Poi arrivano i falli del pivot serbo che stava giocando benissimo, e la situazione si complica. In più Zisis sembra intimorito dall'avversario diretto (e come darlgi torto...) e non attacca la partita. Alcune decisioni arbitrali contro i padroni di casa sembrano almeno non condivisibili.
Pur con una marea di problemi a conterene il Montepaschi arriva comunque a +7 a pochi secondi dalla fine del secondo qaurto, ed ecco che una frittata combinata da Michelori e compagni porta i turchi a soli due punti di distanza, 49-47. In più, Rakovic e Stonerook hanno tre falli e gli altri lunghi, soprattutto Ress, sembrano abbastanza fuori partita.
Il terzo quarto comincia e subito si capisce che è tutta un'altra storia: Zisis attacca sul serio, in difesa le maglie di Moss si stringono a meraviglia, l'Efes non trova più spazi e si scompone, Gonlum spende falli assurdi. In più, sopresa delle soprese, Zisis esce a metà tempo per il terzo fallo e entra un Marko Jaric concentrato, arcigno in difesa, che regala geometrie e 4 punti importantissimi. Il parziale è 21-11, Siena entra nell'ultimo periodo col vantaggio 70-58.
Il quarto quarto è asfissiante: i ragazzi di Pianigiani perdono un po' il bandolo della matassa in atacco all'inizio, ma tengono comunque benissimo in difesa. Poi pian piano si sciolgono: Rakovic ricomincia a segnare e non si ferma più, Moss attacca la linea di fondo e si prende falli preziosi, Zisis riesce nuovamente dal torpore e mette un apio di affondi da manuale. Risultato: Rakocevic piazza un paio di giocate meravilgiose (una da 4 punti su un Kaukenas troppo spento) ma alla fine da solo non ce la fa a rincorrere.
Siena gestisce un finale tutto sommato tranquillo e chiude 88-76. Premio del migliore in campo condiviso tra un Rakovic monumentale con 15 punti e 7/9 al tiro e la coppia Zisis/Moss, che nella ripresa è entrata in patita e l'ha ribaltata tecnicamente, fisicamente e mentalmente. Ma tutti hanno dato il loro, nel finale anche un Ress più galvanizzato. Il Montepaschi Siena è ufficialmente nei playoff di Eurolega compiendo un altro piccolo grande capolavoro di basket. Una vittoria in realtà ottenuta dopo una gara psicologicamente durissima, che va ben oltre il risultato finale. Complimenti, risultato prestigioso e strameritato.

NBA senza frontiere. E senza bandiere...

Vi premetto che non voglio fare un discorso polveroso o dietrologia spicciola, ma a mio avviso la stagione NBA 2010/11, con la clamorosa trade estiva di James e Bosh a Miami e quella più recente che ha portato Carmelo Anthony ai Knicks e Deron Williams ai Nets, determina la fine di un'epoca.
Mi spiego: in precedenza erano le franchigie a fare i giocatori e non il contrario. Miti cestistici come Larry Bird, Magic Johnson, Michael Jordan, Isiah Thomas o Kobe Bryant (che comunque appartiene a una generazione precedente di giocatori) sono stati il simbolo delle loro rispettive squadre. Adesso James, Anthony, Williams, Stoudemire possono essere considerati "bandiere"? Ne dubito.
Questo ovviamente non ha nulla a che fare con la loro qualità di giocatori, ma a mio avviso il loro carisma e la possibilità di sedimentarsi nell'immaginario collettivo ne risentono clamorosamente.
Anche il clamore mediatico delle trade riguardanti LeBron o Carmelo è qualcosa di decisamente innovativo: il primo addirittura ha realizzato uno special televisivo per annunciare il suo passaggio agli Heat, l'altro è stato protagonista di una telenovela che ha coinvolto tutti i media in maniera a dir poco intensiva, quasi ai limiti della credibilità degli stessi organi di informazione.
Prima non era così: un grande giocatore quando decideva di cambiare squadra lo faceva quasi sempre in punta di piedi, attento al rispetto della società che lasciava e di certo non desideroso di rimanere troppo sotto i riflettori di stampa ecc.
Anche questa volontà di cambiare squadra dopo (relativamente) pochi anni è sintomo di un basket che cambia, che vuole la vittoria a tutti i costi e in tempi brevi. Pensiamo ad esempio alla più importante trade del passato recente, quella che ha portato Ray Allen e Kevin Garnett ai Boston Celtics: il simbolo dei Minnesota Timberwolves ad esempio ha preso questa decisione dopo una vita spesa a dare tutto per la squadra, trascinandola a una finale di conference che ha rappresentato davvero il massimo che quella franchigia avrebbe potuto otterene. A me pare una scelta ben differente da quella fatta da Anthony o LeBron James (entrambi 26enni, quindi ancora giovani), che hanno cambiato aria lasciando il malcelato dubbio di non aver dato tutto alle loro precedenti squadre. Pensiamo ad esempio ai playoff di James contro i Celtics o i Magic negli anni appena passati...
Per come la vedo io, il "mercato" cestistico di quest'anno ha definitivamente sancito un nuovo modo di vedere il ruolo del giocatore/stella sia all'interno della franchigia che nel contesto più ampio del sistema cestistico/mediatico gestito dal commissioner David Stern.
Siamo di fronte a una nuova era per l'NBA?

 

Melo, buona la prima a New York. Spurs e Lakers vittoriosi.



Difficilmente i Milwaukee Bucks avrebbero potuto rappresentare un problema per il debutto di Carmelo Anthony al Madison Square Garden con la maglia dei New York Knicks. La vittoria è arrivata, 114-108. Sono arrivati anche 27 punti e 10 rimbalzi, quindi prova convincente. Come lo è stata anche quella dell'altro nuovo acquisto, Chauncey Billups (nessuno ne parla ma secondo me anche lui sarà un fattore eccome!): 21 punti e 8 assist. A chiudere i conti ci ha pensato un Tony Douglas da 23 punti con 10/12 al tiro. Insomma, i nuovi Knicks si sono presentati bene, adesso bisogna vedere quanto saranno competitivi. Probabilmente parecchio.
I Los Angeles Lakers vanno a vincere a Portland una partita che sa di "rinascita": è presto per dirlo, ma dopo la berlla vittoria su Atlanta il 106-101 regalal continuità e carattere a una squadra che sembrava averli persi entrambi: Oltre i 37 di Bryant spiccano i 24 di un Ron Artest da 8/13 al tiro e 5/6 da tre. Che si sia svegliato? Sarebbe fondamentale per cambiare la stagione. Bene anche Gasol con una corposa doppia doppia. Aldridge, Matthews e Batum col ventello abbondante per i Trail Blazers.
I San Antonio Spurs sono ancora troppo forti per gli Oklahoma City Thunder: 109-105 con 20 di Tony Parker e altri cinque giocatori in doppia cifra. C'è poco da fare, con gli schemi di Popovich giocano tutti. Durant 30, Westbrook 25, ma non è bastato.
I Dallas Mavericks hanno spazzato via 118-99 gli Utah Jazz orfani di Deron Williams, passato ieri ai New Jersey Nets. Sette giocatori in doppia cifra per gli uomini di Carlisle, che hanno neutralizzato i 30 di Al Jefferson.
Gli Orlando Magic si fanno sconfiggere in casa 105-111 dai Sacramento Kings nonostante i 31 e 17 di Dwight Howard, gli Houston Rockets passano a Cleveland 124-119 con 30 di Martin e Budinger
Passiamo agli italiani: Bargnani ne mette 24 come DeRozan, Calderon piazza 17 assist e i Toronto Raptors trovano una prestigiosa vittoria: 118-113 contro i Chicago Bulls di Derrick Rose, autore di 32 punti e 10 assist. Sorride anche Marco Belinelli, autore di un importante 5/7 per 12 punti in 15 muniti nella vittoria degli Hornets 98-87 contro i Clippers. 21 e 13 per Griffin.
 Kevin Love continua con le dopie doppie (15 e 11) ma i Minnesota Timberwolves continuano con le sconfitte: 95-104 contro i sorprendenti Memphis Grizzlies, trascinati da Randolph e Conley.
I Phoenix Suns regolano 105-97 i sempre meno convincenti Atlanta Hawks: 20 per Frye, doppia doppia per Gortat, 10 assist per Nash. Dall'altra parte 26 di Smith.
Gli Indiana Pacers, ottavi a Est,  superano 102-101 i Detroit Pistons nonostante i 27 di Monroe e i 21 di Stuckey. 16 punti e 12 assist anche per T-Mac. I Philadelphia 76ers superano i Washington Wizards 117-94 e si avvicinano al 50%, risultato molto positivo che gli consente di rimanere attaccati a quel settimo posto che sarebbe un colpaccio.

mercoledì 23 febbraio 2011

Top 16 - La Lottomatica Roma tira fuori l'orgoglio a Lubiana.

Queste sono le classiche gare che a prima vista non servono a nulla e invece ad analizzarle meglio ti raccontano qualcosa di nuovo. La vittoria a Lubiana per 87-76 dice per prima cosa che la Lottomatica Roma sembra dare un minimo di continuità al gioco, e conseguentemente i risultati non tradiscono. Dopo la discreta prestazione contro il Regal Barcelona e la convincente vittoria sull'Air Avellino in campionato, i ragazzi di Filipovski vanno a vincere in trasferta e sorpassano in classifica l'Olimpia Lubiana, lasciandogli quasi sicuramente l'ultimo posto nel girone in virtù della differenza canestri (ricorderete che all'andata, prima gara di Top 16, perdemmo al PalaLottomatica di 1 punto, 63-64, una partita tragica).
Una vittoria quindi che dimostra un minimo di orgoglio, anche se come al solito la gara è stata giocata troppo a sprazzi: buon primo periodo (20-14), disastroso il secondo (17-27), monumentale il terzo (28-14), ondivago l'utlimo in cui ci siamo fatti rimontare fino al -7, 73-80, per poi chidere definitivamente i giochi.
Tra i giocatori magnifico Nihad Dedovic (foto), autore di 20 punti con 9/12 al tiro. Benone anche quel Darius Washington a cui do sempre addosso: stasera mi ha zittito metendone 15 con 5/6. In doppia cifra anche Dasic (10), Gordic (10) e Datome (13). Insomma, la vittoria esterna a Lubiana mi sembra un successo che poteva non arrivare e non se ne sarebbe accorto nessuno, e invece la squadra ha dimostrato un minimo di vitalità e dignità trovando un risultato forse ottimo per il morale. Staremo a vedere.
Nell'altra gara di Top 16 giocata stasera clamorosa sconfitta interna del Panathinaikos, che ha perso 67-68 contro i Lietuvos Rytas: decisivi due liberi di El-Amin nei secondi finali. Risultato che impedisce ai greci la qualificazione ai playoff già questo turno. Crediamo rimandata, nulla più.
Domani Montepaschi Siena-Efes Pilsen: se i toscani vincono di 3 passano matematicamente ai playoff. Dai ragazzi!

Riparte il campionato, vincono tutte le grandi.

Dopo la pausa dell'All-Star Game la regular season è ripartita con 9 gare, in cui non ci sono state sorprese riguardanti le cosiddette "grandi".
Partiamo allora dagli amati/odiati rivali di sempre, i Boston Celtics, che hanno vinto in casa dei Golden State Warriors per 115-93, stritolando gli avversari nel secondo tempo con una difesa che ha concesso soltanto 33 punti dopo un primo tempo da 60. Kevin Garnett, leader assoluto della squadra (e della lega) quando si comincia a difendere, alla fine ha messo insieme 24 punti e 12 rimbalzi, seguito al tabellino dai 23 di Pierce. Anche Rajon Rondo ha giochicchiato: 19 punti e 15 assist. Doppia doppia anche per "Big Baby" Davis.
I Los Angeles Lakers partono concentrati e uniti contro gli Atlanta Hawks, azzannano anche loro con la difesa (!), vanno all'intervallo lungo sul 54-33 e non si voltano più indietro. 104-80 con 20 di Kobe Bryant, doppia doppia di Pau Gasol e 15 di Shannon Brown. Che la pausa abbia fatto bene alla coesione interna della squadra di Phil Jackson? Staremo a vedere, la gara di stanotte a Portland ci dirà molto.
Anche i Miami Heat non hanno avuto problemi contro i sacramento Kings: 117-97 con 31 di James e 45 combinati di Bosh e Wade. Anche gli Oklahoma City Thunder si sono liberati facilmente dei Los Angeles Clippers, che hanno opposto soltanto il solito Blake Griffin da 28 e 11 rimbalzi. 111-88 per i padroni di casa con 22 di Jeff Green e 21 di Kevin Durant
I resti dei Denver Nuggets, in attesa che arrivi la carovana di giocatori di New York, hanno sconfitto i Memphis Grizzlies per 120-107 con i 68 punti combinati di Smith, Lawson e Afflalo.
Gli Houston Rockets passano a detroit 108-100 con il rookie Patrick Patterson che ne piazza 20.
Kevin Love continua la sua ricorsa a Moses Malone: 20 e 17 contro i Bucks, ma i Timberwolves perdono ugualmente 88-94, surclassati dai 27 di un ritrovato Brandon Jennings.
I Charlotte Bobcats sconfiggono i Toronto Raptors 114-101: Bargnani ne mette 18 con 7/15 al tiro. Gli Indiana Pacers infine passano a Washington 113-96 grazie ai 21 e 10 rimbalzi di Danny Granger.

martedì 22 febbraio 2011

La "Trade" s'è compiuta: Anthony a New York, Gallinari a Denver




I New York Knicks cedono Danilo Gallinari, Wilson Chandler, Raymond Felton e Timotey Mozgov a Denver, insieme alla prima scelta al draft del 2014. In cambio dai Nuggets arrivano Carmelo Anthony, Chauncey Billups, Shelden Williams, Anthony Carter e Renaldo Balkman.
In più, i Knicks spediranno Anthony Randolph e Eddy Curry ai Minnesota Timberwolves in cambio di Corey Brewer.
La mega-trade alla fine si è realizzata. Denver si libera dell'angoscia di perdere Anthony a zero dollari a fine stagione, e in più acquista un trio di giocatori che possono garantirle un futuro più che roseo, contando anche che comunque ai Nuggets rimane un roster di tutto rispetto.
New York con Billups e Anthony acquista esperienza, controllo del ritmo, determinazione e punti sul tabellone. Io però non sono convintissimo che Carmelo e Chauncey almeno nell'immediato si adattino troppo all'idea di basket di Mike D'Antoni fatto di contropiede, gioco sul perimetro e soprattutto palla che gira con velocità. Certo, adesso le possibilità di competere a Est con le grandi aumentano, ai playoff i Knicks avranno un peso specifico notevolmente maggiore.
Io personalmente non avrei sacrificato Gallinari e Chandler, due giocatori che in proiezione futura erano molto appetibili. Certo l'esplosione di Landry Fields copre le spalle a New York.
Staremo a vedere, adesso le cose nelle due Conference possono cambiare radicalmente un po' per tutti.
Comunque ecco un doveroso tributo al Gallo, che lascia la Grande Mela dopo due anni e mezzo sicuramente alterni, ma in cui ha dato prova di essere un giocatore di basket di quelli veri. Eccone alcuni indizi:


lunedì 21 febbraio 2011

Kobe si prende l'atto finale dell'All-Star Game

Continuo a pensare che l'All-Star Game non sia un evento per cui entusiasmarsi più di tanto, però stasera vado a vedermi l'ultima gara al cinema, perché comunque un po' di spettacolo non guasta. E in sala una partita non l'ho mai vista, chissà come sarà...
E poi ammetto che quando posso dare una notizia che celebri il talento di un campione come Kobe Bryant sono più contento di scriverla, anche se mi interessa il giusto.
37 punti (14/26 al tiro), 14 rimbalzi e 3 assist: questo il bottico con cui Black Mamba si è aggiudicato il suo quarto titolo di MVP dell'All-Star Game, eguagliando il record di Bob Pettit. Nella sua Los Angeles le cose erano evidentemente "apparecchiate" perché succedesse, quindi non è una sorpresa poi così grande.
Speriamo più che altro che quest'ennesimo riconoscimento galvanizzi il 24 e con lui i Los Angeles Lakers.
Dietro di lui per il West il suo erede naturale Kevin Durant, autore di 34 punti. Per l'East tripla doppia di King James (29p, 12r, 10a) e altri 29 di Amare Stoudemire.
Alla fine - come se contasse qualcosa - i padroni di casa hanno trionfato 148-143.

domenica 20 febbraio 2011

19° Campionato - Caserta ferma il Montepaschi, la Lottomatica batte Avellino

Sono umani.
Dopo 15 vittorie consecutive il Montepaschi Siena accusa un vistoso calo fisico nel secondo tempo a Caserta (quinta gara importante di 11 giorni), si fa rimontare e sconfiggere 84-89 dagli uomini di Sacripanti. Decisivo il parziale del terzo periodo, finito 28-14 per i padroni di casa. Nel finale ha prevalso la frechezza atletica di una squadra volenterosa e capce di discreto basket come Caserta, che ha avuto in Jumaine Jones (4/4 da tre) e Fabio Di Bella (foto) i top scorer con 16 punti. Per Siena il solito Kaukenas da 18 punti e 7/9 al tiro. Bene anche David Moss. Il Montepaschi mantiene tre partite di vantaggio sulle dirette inseguitrici, entrambe vincenti nel risultato, per l'Armani Jeans Milano non certo nel gioco: se infatti Cantù è passata agilmente a Teramo 96-69 con 26 punti di Mazzarino (8/11 da tre, mostruoso), a mezzogiorno la squadra di Dan Peterson ha impiegato un supplementare per vincere 76-74 in casa dell'altro fanalino di coda Brindisi. Gioco se possibile ancora più involuto rispetto alle ultime uscite: Milano s'è fatta rimontare nel finale 12 punti da dall'Enel che era completamente fuori partita, e ha vinto all'overtime soltanto perché Greer ha matenuto la freddezza necessaria al contrario di Bobby Dixon, troppo stanco nel finale per poter essere anche lucido. 
Chi invece ha vinto una bella partita è la Lottomatica Roma, che ha superato 80-70 l'Air Avellino ribaltando in questo modo anche il -7 subito all'andata. Dopo un primo periodo scopiettante, gli uomni si Filipovski hanno come al solito giocato solo a sprazzi facendosi superare da quelli di Vitucci. Si è entrati nell'ultimo quarto con Avellino avanti di 4, ed è stato in quel momento che Roma ha piazzato un allungo importante, sopratuttto un attacco magnifico: 33-19 il parziale, con Charles Smith trascinatore che alla fine ne ha pessi 22 con 5/9 al tiro pesante. Notevolissime anche le tre doppie doppie della Lottomatica: Dasic (15 e 12), Datome (13 e 10), Traore (10 e 10).
La Canadian Solar Bologna supera Pesaro 71-70 mandando 5 giocatori in doppia cifra, Sassari ha pesantemente sbancato il campo dell'Angelico Biella sempre più in crisi: 94-74 con 25 punti di James White. Bella anche la vittoria di Cremona 89-67 a Montegranaro, nonostante i 18 di Cavaliero e i 17 e 13 rimbalzi di Sharrod Ford. Nell'anticipo di eiri Varese ha sconfitto 74-68 una Benetton Treviso a tratti davvero inguardabile: 28 palle perse di cui moltissime non forzate. Per i padroni di casa 25 punti del giocatore più "casalingo" dell'intera lega, Ron Slay

All-Star Game - I vincitori dei challenge del sabato.

Chiedo ancora venia ai miei lettori se i post sull'All-Star Game che si sta svolgendo a Los Angeles non sono entusiastici, ma davvero non riesco ad entrare nello spirito della manifestazione. 
Ieri, come la foto dimostra, c'era un'automobile parcheggiata sotto canestro: ma questo cosa ha a che fare con il basket? Non è uno sport già abbastanza entusiasmante e spettacolare quando giocato ai livelli che l'NBA garantisce? Per me radicalizzarne in maniera tanto pacchiana gli elementi spettacolarsi significa svilirne la natura, ma tant'è. 
Non mi oppongo all'All-Star Game, anzi domani me lo andrò probabilmente a vedere al cinema (iniziativa interessante, se qualcuno ci va poi mi faccia sapere se gli è piaciuta), però comunque non mi entusiasma la totale mancanza di vero agonismo.
Comunque, ecco i vincitori.
Blake Griffin per le schiacciate (ma dai, che sorpresa!!!), James Jones nella gara da 3 punti, Stephen Curry nello Skill Challenge. Beati loro...

A che punto è il basket italiano?

La notizia dell'uscita del marchio Benetton dal basket trevigiano a aprtire dal 2012, ma più in generale dalla storia di quello italiano, è la definitiva conferma che quella che avevo sperato potesse essere la stagione del nostro rilancio a livello nazionale e europeo si sta invece trasformando nell'annata che sancisce definitivamente la crisi del sistema cestistico italiano.
Non voglio essere pessimista, almeno un motivo preciso per non esserlo c'è (ne perleremo più avanti), ma rispetto alle aspettative dello scorso settembre proprio non ci siamo: prima che il campionato partisse avevo immaginato una competizione interna molto più forte nella lotta per il titolo, e in Eurolega speravo in almeno due delle tre squadre italiane in lotta per i playoff.
E invece, come al solito, il Montepaschi Siena si conferma l'unica vera squadra su cui poter fare affidamento. Perché? Tutto parte ovviamente dalla forza economica su cui può disporre la società, inutile nasconderlo. Siena ha un budget che alle altre squadre italiane, anche a quelle in teoria titolate, è precluso.
Questo però non basta a spiegare la supremazia totale: Ferdinando Minucci e il suo staff societario posseggono altri requisiti altrettanto fondamentali: serietà, competenza dirigenziale e tecnica, spirito vincente, VOLONTA' DI PROGRAMMAZIONE.
Anche quest'anno, in cui si sono trovati di fronte ad una rosa molto più cambiata rispetto al solito (Eze, McInthyre, Sato sono andati via), hanno scelto sostituti adatti a un cambio di gioco soprattutto difensivo che ha pagato immediatamente i suoi frutti. Questo significa lungimiranza, lucidità nelle scelte.
Le altre società/squadre semplicemente non posseggono tali attributi: Toti e la Lottomatica non riescono a sviluppare un progetto coerente, un'idea di gioco e un'identità di squadra che duri più di una stagione quando va bene. Dietro pare andargli anche l'Armani Jeans Milano, che credevo potesse essere la vera antagonista di Siena in campionato e invece è franata sotto il peso di un roster costruito in modo disomogeneo. La scelta a mio parere del tutto pubblicitaria di riportare Dan Peterson sulla panchina dopo l'esonero di Bucchi ha evidenziato la mancanza di idee chiare della società.
Allargando più in generale il discorso sul nostro campionato, a me pare che l'equilibrio sia dovuto purtroppo a un serio livellamente verso il basso. Con tutto il rispetto per le squadre che stanno tentando di mergere, mi pare un fattore preccupante che oggi con uno score di 10 vittorie e 8 sconfitte si possa occupare il terzo, quarto posto in classifica. Anni fa c'era un gruppo di sei/sette squadre (Roma, Milano, Pesaro, Treviso, Virtus e Fortitudo Bologna, Siena) che lottavano per le prime posizioni e garantivano un livello tattico/tecnico abbastanza elevato, e la griglia dei playoff  veniva definita da quel numero con l'aggiunta di una, massimo due sorprese. Da due, tre anni a questa parte potenzialmente ci sono almeno dieci squadre che possono puntare alla post-season, e questo significa che allora ogni stagione più di una ex-grande fallisce. Quest'anno Milano ha deluso, Roma neanche a parlarne, Treviso idem, Bologna è nettamente sotto le previsioni.
Possibile che le avversarie più competitive per Siena siano Cantù e Avellino?  Ovvio che poi siano anni in cui non c'è davvero competizione.
Dai, il livello del nostro absket si è notevolmente appiattito verso il basso, per questo c'è tutto questo equilibrio. In Europa, sopratutto in Eurolega, questo si nota ancor di più: per fortuna c'è il Montepaschi a competere sul serio ogni anno, ma davvero non può bastare.
Che fare allora per migliorare la situazione? Prima di tutto tornare a investire in progetti che non abbiano sola scadenza annuale, e questo significa prima di tutto investire denaro in giocatori per tenerli più di una stagione quando si crede veramente in loro. Quando si costruisce un progetto serio poi il pubblico ti segue. Un esempio: Roma-Lubiana, prima gara di Top16, è stata giocata nel deserto del Palalottomatica. L'altro giorno Siena-Belgrado è stata giocata dentro un'autentica bolgia.
Altra questione: il basket va riportato nelle grandi città oltre che in quelle più piccole, dove un minimo tiene: possibile che Napoli, Firenze o Torino non siano piazze appetibili per questo sport? Mi pare strano.
Abbiamo però un motivo per prevedere un futuro migliore: una rosa di giocatori italiani più competitiva rispetto al recente passato. La nazionale, guidata dal miglior allenatore che abbiamo (finalmente!) ha dei giocatori che potenzialmente possono essere il top in Europa. E molti giovanissimi hanno talento da vendere: Gentile, Aradori, Polonara, Viggiano e molti altri. Se non c'è veramente denaro da spendere su stranieri di affidamento affidiamo le chiavi del gioco ai nostri, che ce ne sono di capaci, eccome!    

sabato 19 febbraio 2011

All-Star Game - John Wall trascina i rookies alla vittoria sui sophomores

Vi avverto fin da ora: non scriverò molto sul weekend dell'All-Star Game, non mi interessano troppo il glamour e le luci sfavillanti di una Lega che celebra sé stessa. In queste esibizioni nella stragrande maggioranza dei casi manca l'agonismo, e il basket senza di esso diventa qualcosa di superficiale. La grandezza di questo sport  èproprio quella di saper coniugare meglio di qualunque altro volontà, atletismo e tecnica. Se manca uno dei tre (soprattutto il primo) io personalmente non mi diverto.
Comunque, questo post è per segnalarvi che i rookie hanno vinto per il secondo anno consecutivo la classica gara del venerdì sera contro i sophomores, 148-140. John Wall è stato nominato MVP della gara, in quanto ha piazzato 22 assist (record, il precedente era di Chris Paul con 17 nel 2007).
Si è fatto notare anche DeMarcus Cousins con 33 punti e 14 rimbalzi.

venerdì 18 febbraio 2011

Eurolega - Il Real Madrid passa a Istanbul, una discreta Lottomatica cede al Regal Barcelona.

Dopo aver sbancato Siena, il Real Madrid di Ettore Messina fa un favore immenso proprio al Montepaschi e vince a Istanbul 77-60 contro l'Efes Pilsen. Adesso alla squadra di Pianigiani basta battere di almeno 3 punti in casa i turchi per qualificarsi matematicamente ai playoff.  Impresa dunque più che fattibile per i toscani.
Ieri Sergio Llull (17), Ante Tomic (14) e Felipe Reyes (10) hanno spaccato la partita nel secondo quarto, dominato 22-12. L'Efes Pilsen non è più riuscito a recuperare, anzi è crollato definitivamente.
Nel Girone F il Maccabi Electra passa a Lubiana 83-63 e chiude i conti per la qualificazione: decisivo un terzo quarto da 23-8, in cui gli israeliani hanno recuperato lo svantaggio del primo tempo e schiantato la resistenza dei lituani. Il Regal Barcelona rimane in testa passando al PalaLottomatica 74-65, col solito Navarro che ne mette 19. Roma, che comunque ha giocato meglio del solito in Eurolega, era avanti fino all'inizio dell'ultimo periodo, che però è finito 28-14 per i catalani. Per Roma bene Gigi Datome (15) e il 4/6 da tre di Gordic.
Girone E: il Panathinaikos si prende la testa della classifica con la vittoria 76-74 sul Caja Laboral. Protagonista un Antonis Fotsis (foto) da 22 punti (8/10 al tiro) e 11 rimbalzi. Molto importante anche la vittoria del Lietuvos Rytas che ha sconfitto 70-65 l'Unicaja Malaga nonostante i 19 di Freeland.
Quasi decise le sorti del girone H: l'Olympiakos passa in casa del Valencia 85-79 con 18 punti dell'inossidabile Spanoulis e raggiunge  sul 3-1 il Fenerbahce Ulker, orfano di Turkcan e fermato mercoledì dallo Zalgiris.

Grande nottata per Derrick Rose e Dirk Nowitzki

Due sole le gare giocate prima che parta la baraonda dell'All-Star Game di Los Angeles.
I Chicago Bulls hanno sconfitto i San Antonio Spurs 109-99, controllando la partita con un Derrick Rose che ha preferito stavolta più diventare terminale offensivo della squadra che playmaker al servizio dei compagni. Il risultato? "Solo" 8 assist ma 42 punti, che sommati ai 19 di Deng e ai 15 di Boozer alla fine hanno fatto la differenza. Dall'altra Tony Parker ha provato a contrastare lo strapotere di Rose e ne ha piazzati 26, aiutato da Neal, Ginobili, Duncan e Jefferson, tutti in doppia cifra. Però allo Ubited Center di Chicago quest'anno sembra difficile passare, i Bulls stanno diventando una squadra che in casa riesce a dettare il proprio gioco e i propri ritmi. Saranno un avversario ostico per chiunque ai playoff, a il ritorno imminente di Noah non potrà che giovare al già ottimo sistema difensivo di coach Thibodeah.
I Dallas Mavericks passano a Phoenix 112-106 con un Dirk Nowitzki da antologia: 35 punti con 13/18 al tiro e 3/3 da dietro l'arco. Se aggiungiamo la doppia cifra di Stojakovic, Marion, Chandler e Terry, i 12 rimbalzi del centro e lo stesso numero di assistenze del playmaker, ecco che ne escono fuori dei Mavericks sciolti in attacco, capaci di varie soluzioni offensive, molto pericolosi anche loro in atesa del ritorno di Caron Butler, altro realizzatore da non sottovalutare. I Suns hanno opposto un Channing Frye in un buon momento (24 punti) e i 14 assit di Steve Nash, che vede compagni liberi per il tiro anche quando non ci sono. Genio puro.

giovedì 17 febbraio 2011

mercoledì 16 febbraio 2011

Knicks bene contro Atlanta, Lakers sempre più imbarazzanti

La vittoria al Garden contro gli Hawks è una di quelle che contano, perché ottenuta con il gioco di squadra e soprattutto contro una potenziale concorrente nei playoff. 102-90 per i Knicks con 23 di Stoudemire, 20 di Chandler, 17 e 9 rimbalzi per un convincente Danilo Gallinari, 13 e 11 assist per Felton, 11 per Fields. Insomma, attacco oliato e più soluzioni per trovare il canestro. Bene così.
Seconda vittoria di fila per i ragazzi di D'Antoni, rinsaldato quel sesto posto che sarebbe perfetto per la griglia di partenza nella post-season. Di più non credo si possa ottenere quest'anno.
Da tifoso Lakers diventa sempre più difficile commentare con lucidità un risultato umiliante come la sconfitta a Cleveland 99-104. Se questo come pare sarà l'ultimo anno di Phil Jackson come allenatore, la squadra non lo sta certo onorando: questi cali di concentrazione dopo aver ottenuto una risulato confortante (le ormai lontane vittorie a Boston e New York) è una costante della stagione dei Lakers, che appaiono spaccati nel gioco e forse anche ormai nello spogliatoio. Stanotte Gasol sontuoso con 30 punti e 20 rimbalzi, però a franare sono stati  Bryant (17 punti con 24 tiri), Bynum (nulla mi toglie dalla testa che il problema principale sia lui...) e Artest (1 solo punto!). Per i Cavaliers (si, quelli del recond di sconfitte!!!) doppia doppia per Hickson e Jamison ma soprattutto 32 di Sessions, letale.
Iniziano ad allontanarsi anche i Dallas Mavericks, secondi a Ovest, che stanotte hanno vinto bene contro i Sacramento Kings 116-100: addirittura 8 giocatori in doppia cifra, segnale che l'attacco gira a meraviglia a prescindere dagli esecutori.
I Boston Celtics entrano nell'ultimo quarto contro i Nets in parità, poi mettono un 24-10 che chiude i conti. 94-80 con la doppia doppa di Kevin Garnett e i 31 di Paul Pierce. Tenuti ancora dietro dunque i Miami Heat, che vincono a Toronto 103-95 grazie ai 76 punti complessivi dei Big Three, alla seconda prova convincente di fila. Per i Raptors magnifico (finalmente...) Andrea Bargnani che ha messo 38 punti con 5/6 da tre.
Orlando passeggia 101-76 sui Washington Wizards con i 32 e 10 rimbalzi di Dwight Howard; a poco servono i 27 di John Wall.
I Portland Trail Blazers sconfiggono 103-96 i New Orleans Hornets ufficialmente in crisi: 34 di Aldridge e 24 di Matthews contro i 27 di West e i 24 di Green. Belinelli nullo: 0 punti in 5 minuti.
I Denver Nuggets passano a Milwaukee 94-87 con 38 di Anthony e 20 di Billups, che neutralizzano i 33 di Salmons.
Gli Utah Jazz sono 0-3 da quando Jerry Sloan ha lasciato: stanotte le hanno buscate in casa dai Golden State warriors, che sono passati 107-100 con un Monta Ellis da 35 e un Dorell Wright da 22.
Gli Houston Rockets sconfitti tra le mura amiche dai Philadelphia 76ers 106-114. Lowry e Scola ne piazzano 62 insieme, ma dall'altra parte ne vanno in 7 in doppia cifra.
Chiudiamo coi Clippers che superano i Timberwolves a domicilio 98-90: Griffin ne mette 29 ma la doppia doppia (18 e 18) la piazza Kevin Love, che così continua la sua rincorsa a Moses Malone. I Detroit Pistons hanno la meglio 115-109 sugli Indiana Pacers grazie ai 25 dell'inossidabile Tayshaun Prince.

Eurolega - Il Montepaschi batte il Partizan e resta in corsa.

Decisamente non il solito Montepaschi che comunque, lo ripetiamo da un po', sta vivendo un periodo non particolarmente brillante.
La stanchezza della Final Eight di Torino, l'importanza della gara, la sorpresa di un Partizan partito molto deciso, con uno Jan Vesely spettacolare (il primo tempo l'ha dominato con 15 puntie un atletismo straripante). Tutti questi fattori hanno fatto sì che Siena nel primo quarto capisse poco o nulla di quanto stava succedendo: attacco confuso, palloni persi banalmente, pochissime penetrazioni tenute in difesa che hanno generato una valanga di rimbalzi in attacco per gli avversari, uno Zisis che ha impiegato molto a dettare ritmo e geometrie. Insomma, 12-20 alla fine dei primi 10 muniti.
Nel secondo quarto la musica è totalmente cambiata: difesa arcigna, contropiede, il playmaker greco salito in cattedra. 38-37 per i padroni di casa all'intervallo.
Nel secondo tempo la partita cambia ancora: il Montepaschi, che di solito in questo momento schiaccia gli avversari, perde nuovamente la bussola e spreca il bonus di falli dopo soli due minuti e mezzo. Il Partizan Belgrado ne approfitta con ordine e lucidità per andare anche a + 8 ma non riuscire mai ad uccidere l'incontro. Ed ecco allora che gli uomni di Pianigiani si calmano, pian paiano ritrovano ordine e difesa.
Si entra nell'ultimo quarto sotto di pochi punti, si rientra a fatica ma con costanza, finché sul 66-66 pari una bomba di uno Stonerook che quando non esita è letale scombina il punteggio in maniera decisiva. Fino a quel momento la parte dell'erore dell'ultimo quarto l'aveva fatta un Andrea Michelori capace di un paio di giocate difensive ammirevoli, pensando soprattutto a quanto poco ha giocato nel match. In attacco invece decisivi Kaukenas a metà quarto (7 punti di fila) e Moss negli ultimi minuti, quando si è andato a prendere in penetrazione falli importantissimi e ha poi piazzato un 4/4 dalla lunetta. Ha chiuso la gara anzora poi Zisis, sempre dall'arco del tiro libero.
Vittoria dunque soffertissima, sicuramente più del previsto, ma fondamentale per recuperare le chances di andare ai playoff. Adesso si aspetta il risultato di Real Madrid-Efes Pilsen, e se gli spagnoli vincono Siena aumenta radicalmente le possibilità di passaggio del turno come seconda. Speriamo.
Nell'altra gara giocata oggi lo Zalgiris Kaunas ha sconfitto per 85-84 dopo un tempo supplementare il Fenerbahce Ulker orfano di Turkcan (fermo per la stagione, ancora in bocca al lupo!).

Una partita da "Big Three"

Gli Indiana Pacers, squadra pure in discreta forma, stanotte ha dovuto inchinarsi nell'ultimo quarto al trio Wade/James/Bosh, autore di 90 punti complessivi. 110-103 il punteggio finale, con Dwyane che ne ha messi 42, seguito dai 27 di LeBron e dai 22 di Chris. Davanti a tali cifre sarebbe probabilmente impossibile resistere per qualsiasi squadra della Lega, resta il fatto però che i "Big Three" le piazzano quasi sempre contro franchigie di media o medio-bassa caratura; nelle gare contro squadre più titolate e organizzate continuano a destare serie perplessità, soprattutto per quanto riguarda l'alchimia di squadra e la distribuzione dei tiri. Comunque la classifica si scala soprattutto con le vittorie sulle squadre minori: gli Heat sono a un passo dai Celtics, hanno ottime possibilità di finire in testa alla Eastern Conference, e giocare eventualemnte tutti i Playoff (almeno fino alla finale) col fattore campo a favore può rappresentare un vantaggio enorme.
Terza forza a est si confermano i Chicago Bulls, che senza troppa fatica battono i Charlotte Bobcats (si, quelli che ieri hanno massacrato i Lakers ) 106-94 con i 24 punti di Luol Deng. I Bobcats hanno opposto i 22 di Henderson e i 20 di Stephen Jackosn, ma non è bastato. 18p e 13 assist per Derrick Rose.
Gli Oklahoma City Thunder surclassano i Sacramento Kings 126-96, chiudendo senza problemi la disputa dopo il primo tempo. Durant e Westbrook si sono riposati visto il punteggio, alla fine è uscito fuori Daequan Cook che ha messo 20 punti in 20 minuti con 5/7 da dietro l'arco dei tre punti.
Continua il momento negativo dei New Orleans Hornets (2-8 nelle ultime 10 gare), battuti dai Golden State Warriors 89-102: unica nota positiva Marco Belinelli che uscendo dalla panchina mette 15 punti con un discreto 5/8 e 2/4 al tiro pesante.
Match sontuoso di Channing Frye contro gli Utah Jazz: 31 punti con 12/16 al tiro e 6/10 da 3. E ci aggiunge pure 11 rimbalzi. E' stato ovviamente lui a guidare i Phoenix Suns nella vittoria 102-101: dietro gli è andato il grande Steve Nash con 20 punti e14 assist (a proposito, ha superato stanotte Gary Payton nella classifica dei più grandi assistmen, adesso è settimo). I Jazz hanno spolverato un Al Jefferson da 32 e 11 rimbalzi (infatti Gortat stanotte ha avuto qualche problemino più del solito...) e un Deron Williams da 11 e 11 assistenze. Il playmaker però dopo il confronto diretto perso con Rose qualche giorno fa è andato sotto pure col canadese ultratrentenne: visto anche l'allontanamento di Jerry Sloan dalla panchina della francighia, dovuto principalmente (si dice) ai dissapori col giocatore, Williams non pare in un momento particolarmente favorevole della sua carriera a Salt Lake City...
Nell'ultima partita della giornata i Memphis Grizzlies, sempre più motivati e convincenti - sono alla quarta vittoria di fila e soprattutto a un passo dall'ottavo posto a Ovest -hanno batutto i Philadelphia 76ers per 102-91 chiudendo i conti nell'ultimo periodo. Bene Conley e Randolph col ventello, il solito Nick Young (23 punti) per gli avversari.

martedì 15 febbraio 2011

Quando eravamo re - John Stockton

Signore  esignori, si va a lezione di pick and roll.
Il che vuol dire, per chi conosce e ama questo basket da tempo, una sola cosa:
"STOCKTON TO MALONE".

16° scelta assoluta nel draft del 1984. John Stockton ha militato la sua intera carriera professionistica negli Utah Jazz, dove ha chiuso l'attività nel 2003.

Sono i dati a parlare per lui: 15.806 assist in carriera, record assoluto per l'NBA. Basta sapere che il secondo in questa classifica, Jason Kidd, è distanziato di più di 4.500 assistenze.

1.504 le gare disputate con i Jazz, il che significa una media di 10,5 a incontro. Nella storia di questo sport soltanto Magic Johnson ha una media più alta, 11.2, in meno di 1.000 partite disputate però.
Altro dato a conferma della grandezza inarrivabile di John Stockton: il suo "erede" naturale, un genio cestistico assoluto come Steve Nash, in carriera viaggia con una media di 8,4 assist a gara e nella classifica di ogni tempo è "soltanto" ottavo, distanziato al momento di quasi 7.000 passaggi. Ehi, stiamo parlando di Steve Nash!
Io ho avuto la fortuna di vederlo giocare al meglio della sua carriera, quando raggiunse le finali NBA '97 e '98, sconfitto dagli invincibili Chicago Bulls di Jordan, Pippen e Rodman. Quell'assist a tutto campo per Karl Malone che chiuse una gara di finale (onestamente non ricordo quale, se qualcuno può ricordarmelo giene sarei grato) è un pezzo di storia del basket.
Eccovi l'arte di John Stockton:

Lakers ancora a picco.

Come si fa a vincere d'autorità a Boston, dominare al Madison Square Garden con un gioco a tratti sfavillante e poi subito dopo titare fuori due gare insulse come quelle di Orlando e di stanotte a Charlotte? Chiedete a Phil Jackson, Kobe Bryant e compagni. Venti punti di scarto rimediati in casa dei Bobcats, 89-109, con un terzo periodo inguardabile. La condizione mentale di questa squadra, più che quella fisica (e comunque non siamo più dei giovincelli, e comincia a vedersi...) non è più soltanto preoccupante, è sintomatica di un gruppo che ha vinto molto e non ne ha più da spendere, almeno per ora. Aspettiamo la pausa All-Star Game e vediamo quali Lakers ne nescono. Questi di certo non possono neppure sognare di competere per il titolo.
I San Antonio Spurs passano in casa dei New Jersey Nets 102-85 con un Manu Ginobili da 22 punti e Blair e Duncan in doppia cifra.
Gli Atlanta Hawks sbancano Detroit 94-79 mettendo in vetrina Josh Smith: 27 punti e 14 rimbalzi. Pur con una stagione altalentante, i ragazzi sono quarti a Est al momento con Orlando. Sorprendente.
Continua la crisi dei Denver Nuggets, asfaltati a Houston 121-102 dopo aver chiuso la prima frazione sopra di 13: top scorer della partita Courtney Lee con 22 punti. Chi invece continua a commuovere sono i Portland Trail Blazers, che vincono anche in casa dei Minnesota Timberwolves (95-81) con Aldridge e Matthews che ne mettono 44 in contumacia. Kevin Love 12 e 11: la rincorsa a Moses Malone continua.
I Milwaukee Bucks strapazzano i Los Angeles Clippers 102-78 con 26 del guerriero Carlos Delfino e 29 di un ritrovato Brandon Jennings. Griffin 19 e 12. 

lunedì 14 febbraio 2011

Tributo al ritrovato Nikos Zisis

Il Montepaschi Siena l'ha aspettato per più di un anno, ma a giudicare dalla Final Eight di Coppa Italia a Torino appena vinte e dalle ultime gare di campionato (in cui ha preso in mano la squadra al posto dell'infortunato Bo McCalebb), il Nikos Zisis che abbiamo visto splendido protagonista alla Benetton Treviso di David Blatt è tornato.
Classe 1983, cresciuto e diventato bandiera dell'Aek Atene, Zisis si è trasferito in Italia dopo aver vinto in Grecia uno scudetto (2002) e una Coppa di Grecia (2001). Impresa non facile, quando di fronte hai avvversari come Panathinaikos o Olympiakos.
L'avventura  a Treviso ha rivelato anche al nostro pubblico la freddezza, la duttilità tattica e il coraggio di questo playmaker, sempre capace di gestire ritmo, compagni di squadra e anche di segnare punti importanti quando necessario. Con la Benetton ha vinto una Supercoppa Italiana e uno Scudetto nel 2006 che è stato un vero e proprio capolavoro cestistico, con nessuno che a inizio stagione dava Treviso favorita.
Il trasferimento alla corazzata CSKA Mosca di Ettore Messina ha portato 2 Scudetti russi e l'Eurolega nel 2008, ma anche tanta panchina e notevole perdita di fiducia nei propri mezzi.
Poi l'arrivo al Montepaschi e due campionati di fila, 2009 e 2010, e adesso la Coppa Italia: il primo anno costretto dietro il genio di McInthyre è stato difficile, e anche questo era partito all'ombra di McCalebb. Però come ha avuto la possibilità di tornare titolare Zisis ha dimostrato un carattere e una competenza tecnico/tattica che ci hanno ricordato il giocatore magnifico di Atene eTreviso.
Quindi dedichiamo questo post a quello che secondo noi è uno dei tre/quattro migliori playmaker europei, come il video qui sotto conferma:

Bargnani supera Griffin, Aldridge trascina ancora Portland.

Nella stagione probabilmente più tragica da quando è approdato ai Toronto Raptors, Andrea Bargnani almeno stanotte si è tolto la soddisfazione di battere il giocatore più esplosivo della lega, quel Blake Griffin che pur perdendo ha comunque messo a referto 21 punti e 15 rimbalzi. I Raptors hanno prevalso 98-93 con 27 punti del Mago, che comunque ha tirato con un non esaltante 9-21. Poco importa, è arrivata la vittoria, conta questo più di altro.
LaMarcus Aldridge continua a fregarsene della sfortuna e degli infortuni dei compagni di squadra (a proposito, Brandon Roy potrebbe tornare prima del previsto), e con i suoi 36 punti trascina i Portland Trail Blazers nella vittoria 105-100 in casa dei Detroit Pistons. Bene anche Matthews (26p) e Miller in doppia doppia. Devastante rimonta casalinga dei Memphis Grizzlies sui Denver Nuggets: sotto di 8 alla fine del terzo periodo, piazzano un ultimo quarto da 34-18 e vincono per 116-108. Anthony ne mette 28 con 20 tiri, per Memphis corposa doppia doppia di Randolph e Gay e Arthur sopra i 20.
Ancora troppo discontinui i Phoenix Suns, che perdono in casa contro i Sacramento Kings 108-113: Evans e Landry col ventello per i vincitori, 22 e 18 assit per Nash (MA COME FA???), 20 e 12 rimbalzi per il solidissimo Gortat.
I Golden State Warriors superano gli Oklahoma City Thunder per 100-94: Durant e Westbrook ne mettono insieme 50, ma i 33 di Ellis accompagnati dai 46 equamente distribuiti della coppia Curry/Lee risultano decisivi.
Dei due statement game Boston Celtics-Miami Heat e Orlando Magic-Los Angeles Lakers abbiamo parlato nel post precedente.



 

domenica 13 febbraio 2011

I Celtics vanno sul 3-0 con gli Heat. Lakers sconfitti a Orlando.

Tre sconfitte su tre per i Miami Heat contro i Boston Celtics. A prescindere da quale delle due franchigie arriverà prima a Est, quest'ennesima sconfitta non può non provocare una certa sudditanza psicologica da parte della squadra di Spoelstra nei confronti di quella di Doc Rivers. 85-82 per i Celtics con un Pierce clamorosamente assente dal match: 1 punto con 0/10 al tiro. Dopo un primo tempo in cui le difese dominano (anche quela di Miami è competente eccome), Boston piazza un terzo quarto da 35-18 che spacca la partita. Miami risponde d'orgolio nel quarto periodo e si arriva punto a punto nel finale, dove i padroni di casa mantengono la freddezza necessaria pur giocando malissimo in attacco e portano a casa il risultato. James 22, Wade 16, Bosh 24 con 8/11 ma mai statistica è stata più bugiarda: il giocatore ha segnato solo con jump da lontano perchè ogni volta che si è avvicinato a canestro Kevin Garnett l'ha cancellato insieme a molti altri avversari (memorabile oggi una stoppata su James). Per KG 19 punti, e tripla dopia per Rajon Rondo. Provvidenziali i 16 punti di un Glen Davis sempre più fondamentale per gli equilibri dei Celtics. Boston torna in testa alla Eastern Confernce, e a livello mentale pone il suo dominio sugli Heat. magari ai playoff le cose cambieranno, ma per adesso loro sono i padroni sui Big Three.
Se la trasferta di Orlando serviva per testare la tenuta mentale dei Lakers in un periodo positivo dopo le vittorie a Boston e New York, ecco arrivare la solita, irritante sconfitta senza giocare: 75-89 con soli 34 punti segnati nel secondo tempo. Gasol si è fatto annichilire da Dwight Howard (31 punti e 13 rimbalzi), un po' meglio Bynum con 17 punti, gli stessi di Bryant. Lakers quindi ancora una volta rimandati all'ennesimo esame di maturità.

La Coppa Italia va al Montepaschi: Lavrinovic doma una gloriosa Bennet Cantù.

Ha vinto lo strafavorito Montepaschi Siena, ma la partita della Bennet Cantù di Trincheri è di quelle da incorniciare. Finale emozionante grazie soprattutto alla squadra lombarda che ha messo anima  e cuore in una finale che alla fine del primo tempo la vedeva sopra di 2, 36-34.
Siena parte inceppata ma si scioglie a metà del primo quarto e chiude 20-12 i primi dieci minuti. Poi la difesa della Bennet chiude gli spazi, blocca il gioco del Montepaschi e  Mazzarino si scioglie con 2 bombe clamorose.Ortner si danna l'anima e raccoglie rimbalzi offensivi pesantissimi. Leunen fermo per falli nel primo tempo, Micov si fa fischiare il primo tecnico in carriera (almeno dice lui), ma Cantù resiste e passa avanti nonostante l'area delgli avversari sia difficile da raggiungere e le stoppate di Kaukenas e compagni si susseguono.
Nel secondo tempo entra un Montepaschi diverso, guidato da un Lavrinovic incommensurabile, che alla fine piazzerà 21 punti con 7/10 e 3/3 da dietro l'arco. Gli uomini di Pianigiani mettono la testa avanti, piazzano un grande parziale di 10-2 all'inizio dell'ultimo periodo e vanno sul + 11. Ma Cantù non si arrende: le bombe di Tabu e Leunen e un volenteroso Green riavvicinano i lombardi, e nel finale a distanza ravvicinata ancora Lavrinovic e un grande Nikos Zisis (16 punti) piazzano i canestri pesanti che tengono la Bennet a distanza fino al 79-72 finale.
Coppa Italia al Montepaschi,  meritatamente. Gli uomini di Pianigiani sono i più forti in Italia, non c'è dubbio, ma non sono così inavvicinabili come gli anni precedenti. Una grande Bennet Cantù oggi l'ha dimostrato.

Ecco tornato Peja Stojakovic!

In una nottata NBA senza particolari sorprese vogliamo cominciare l'agiornamento dal gradito ritorno ai livelli che gli competono di un mito come Peja Stojakovic, che stanotte ha giocato con la nuova maglia dei Dallas Mavericks e li ha aiutati in maniera tangibile a superare gli Houston Rockets. 22 punti con 8/12 al tiro e 4/6 da tre, la sua specialità. Ricordiamo che in quella speciale classifica di tiratori da 3 punti di cui Ray Allen appena diventato leader assoluto, Stojakovic è situato al quarto posto. 22 punti li ha messi anche Nowitzki, e i Mavericks hanno vinto 106-102 nonostante i 26 di Lowry.
I San Antonio Spurs passano facilmente 118-94 a Washington giocando come al solito di squadra  e mandando tutto il roster a segno, ma nessuno sopra i 20. Convincente la vittoria dei New York Knicks privi di Stoudemire in casa dei "cugini" New Jersey Nets: 105-95 con 21 di Chandler e 19 di Douglas. Solo 7 punti con 5 tiri per Gallinari, giornata di riposo per lui.
Bella la vittoria dei Chicago Bulls in casa dei New Orleans Hornets 97-88: 23 di Derrick Rose che ha vinto il suo duello personale contro i 15 di Chris Paul. Belinelli solo 2 punti e 8 minuti giocati.
Durant 35 punti, Westbrook 22. Gli altri Oklahoma City Thunder praticamente niente. Però la coppia d'oro basta a sconfiggere i Sacramento Kings 99-97, nonostante i 30 di uno scatenato Tyreke Evans.
Il buzzer di Stephen Jackson (32 punti totali) consente ai Charlotte Bobcats di passare ad Atlanta 88-86. Per gli Hawks degno di menzione solo Josh Smith con 28 punti.
I Philadelphia 76ers passano in casa dei Minnesota Timberwolves 107-87: con 16 punti e 13 rimbalzi Kevin Love mette in fila la 40° doppia doppia, la rincorsa ai record di Moses Malone continua. Chiudiamo coi lanciati Indiana Pacers, che vincono in trasferta a Milwaukee 103-97 con 30 di Granger e 22 di Collison, tenendo ancora a debita distanza i Bobcats per l'ottavo posto a Est.

sabato 12 febbraio 2011

Coppa Italia - Kaukenas e Mazzarino portano Montepaschi e Bennet in finale.

Nella prima semifinale di Coppa Italia a Torino il Montepaschi Siena ha sconfitto la Fabi Shoes Montegranaro 80-67 giocando una partita non scintillante ma tutto sommato intelligente, centellinado gli sforzi e controllando senza troppi affanni punteggio e gioco. Una volta limitato Ford il Montepaschi h avuto vita facile con l'enorme forza degli esterni. Ottima partita di Aradori (foto) che ha piazzato 14 punti decisivi per l'allungo avvenuto nel secondo quarto.  Solida prova dei due lunghi Lavrinovic e Rakovic, entrambi autori di 12 punti. Il mattatore della serata è stato come al solito Kaukenas, che ne ha messi 18. Sharrod Ford come detto è stato molto ben  contenuto, e alla fine i suoi 19 punti e 12 rimbalzi sono arrivati quando il punteggio era già saldamente nelle mani di Siena. Per gli uomnii di Pillastrini ammirevoli anche Cinciarini (13 punti con 6/8 al tiro) e Ivanov (14 punti e 9 rimbalzi), male purtroppo Allan Ray e Cavaliero dopo l'ottima gara dei quarti contro Bologna.
Dopo un primo quarto equilibrato, la Bennet Cantù ha piazzato un parziale di 29-11  echiuso il primo tempo contro l'Air Avellino 44-27, decidento in pratica le sorti dell'altra semifinale. L'incontro è poi finito 82-65. E chi ha chirurgicamente ucciso la gara, se non Nicolàs Mazzarino? 17 punti in 19 minuti con 6/8 al tiro e 5/6 da tre punti. Fantastico. Alla fine per lui 21 punti con 8/10 totale.
Nel secondo tempo cantù si è limitata ad amminsitrare contro una squadra che ha vsto Marquese Green non riuscire a ripetere la magnifica gara contro l'Armani Jeans. Come al solito Szewczyk ha lottato come un leone (22p e 11r), mentre prodi alfieri di Mazzarino per Cantù sono stati anche Ortner (17p), Micov (18p) e Leunen(12p e 8r)



Domani alle 18:00 nel bel palazzetto di Torino la finale è dunque Montepaschi Siena - Bennet Cantù, forse quella maggiormente pronosticabile.

I Lakers dominano al Madison Square Garden.

Forse possiamo permetterci di scriverlo, ancora una volta: I LAKERS SONO TORNATI!
Quarta vittoria di fila, dopo il TD Garden a Boston sbancato anche il Madison Square Garden a New York.
Un 113-96 che ammette poche repliche, ottenuto con un secondo quarto stratosferico (33-20). Poi il controllo ordinato e carismatico della gara. Bryant 33 punti e 10 rimbalzi con soli 17 tiri, Gasol 20, Odom 14, Brown e Bynum con 12. La squadra ha ritrovato schemi d'attacco, automatismi e quando serve chiude il canestro in difesa. Qualcosa deve essere cambiato nello spogliatoio. Comunque così ci siamo, eccome.
Per i Knicks Stoudemire 24. Felton 20 e Gallinari 14.
I San Antonio Spurs si fermano a Philadelphia sconfitti 71-77, con soli 25 punti segnati nel secondo tempo. Periodo non brillantissimo per gli uomini di Popovich, forse la stanchezza comincia a farsi sentire?
I Miami Heat ci mettono soltanto un tempo per strapazzare Detroit 106-92 e balzare da soli in testa alla Eastern Conference: tutto il quintetto di partenza in doppia cifra, effetto di una squadra che sta forse trovando equilibri. Anche Miller 16 punti. C'è da cominciare a preoccuparsi?
I Cavaliers chiudono a 26 la storica striscia di sconfitte battendo i Clippers 129-126: 35 di Jamison contro 32 di Griffin, conditi da 13 rimbalzi. Questi i due top scorer per le rispettive squadre.
29 punti e buona gara per Andrea Bargnani, ma Aldridge ne mette 37 e i Portland Trail Blazers passano a Toronto 122-96. Bella vittoria degli Hornets a Orlando 99-93 con i 24 di Willie Green, che neutralizza i 20 e 17 rimbalzi di Dwight Howard. Memphis supera Milwaukee 89-86 con i 23 di Conley, Phoenix passa in casa dei Jazz 95-83 con i 18 e 10 assit di Steve Nash. Con una notevole rimonta nell'ultimo periodo (33-15) i Pacers battono i Timberwolves 116-105 mandando sei giocatori oltre i 10 punti.
 Infine i Nets vincono a Charlotte 94-89 con Lopez che segna 31 punti e cattura 11 palloni.

venerdì 11 febbraio 2011

Coppa Italia - L'Air Avellino e la Bennet Cantù vanno in semifinale.

Qualcuno si ricorda 20 assist in una partita di basket in Italia in tempi recenti? Per favore segnalatemelo, io non ci riesco.
Marquese Green mette a referto questo score vertiginoso, aggiunge tanto per gradire 11 punti e 7 palle recuperate e l'Air Avellino sconfigge 92-84 una Armani Jeans Milano definitivamente tornata in crisi. Non sono bastati i 44 punti combinati dalla coppia Hawkins/Greer: la formazione di Peterson non è riuscita a scrollarsi di dosso quella di Vitucci nel primo tempo, si è fatta sorpassare nel terzo quarto e poi non è più riuscita a tornare in testa. La pioggia di bombe di Dean, Lauwers e Thomas (11/22 finale per Avellino)  e la compattezza di Szewczyk hanno tenuto l'Armani a distanza fino alla fine. Tranne i due americani citati sopra, abbastanza male tutti gli altri giocatori milanesi, soprattutto Mancinelli e Pecherov.
Nell'altra semifinale la Bennet Cantù ha demolito fin da subito l'Angelico Biella, con un Nicolàs Mazzarino da fantascienza: 19 punti con 8/9 al tiro, di cui 3/3 dalla lunga distanza. 86-57 il finale pesante, ma davvero non c'è stata storia. Cinque giocatori in doppia cifra per la squadra di Trincheri, Salyers, Jurak e Slaughter per Biella. Domani le semifinali Montepaschi Siena-Fabi Shoes Montegranaro e Air Avellino-Bennet Cantù.

I Lakers vincono a Boston: Bryant rovina la festa ad Allen

Partiamo con la celebrazione dovuta: con le tre triple messe a segno stanotte Ray Allen diventa il leader di ogni tempo nella classifica dei tiri segnati da dietro l'arco. Chapeau a questo giocatore immenso.
Passiamo adesso con soddisfazione a parlare di Los Angeles Lakers "rinati", che con orgoglio e finalmente ritrovata cattiveria cestistica sono andati a vincere in casa dei Boston Celtics con la difesa (e questo non  importante, è fondamentale!!!). Dopo aver chiuso il primo tempo sotto di di 8, 45-53, Bryant e compagni sono rientrati in campo e hanno costretto Boston a segnare soltanto 33 punti nella seconda parte. Il risultato finale dice 92-86 per i Lakers, in una vittoria che vuol dire tantissimo, forse può essere la svolta della stagione a livello psicologico. Per la lotta al titolo i Lakers finalmente sembrano essere tornati in gara.
23 punti per Bryant con 17 tiri, 20 e 10 rimbalzi per Gasol, 16 e 9 per Bynum, 10 e 12 per Odom, 12 per Brown. I Celtics hanno risposto con i 20 di Ray Allen e la doppia cifra di tutto il quintetto di partenza. Senza Daniels, Erden, West e i due O'Neal forse non erano i veri Celtics, ma quelli scesi in campo sono comunque una squadra notevole, quindi la vittoria gialloviola al TD Garden non deve essere in alcun modo sminuita. Adesso per la corsa al primato ad Est Celtics e Heat sono pari: ci sarà da divertirsti.
Dopo dieci vittorie di fila si fermano i Dallas Mavericks, sconfitti 120-121 a Denver dalla coppia Anthony/Billups che insieme ha messo a referto 72 punti. Se ci aggiungiamo i 24 di Afflalo risulta chiaro che questo trio stanottte è stato difficilmente marcabile. Con Nowitzki da qualche partita leggermente sotto le sue medie è stato Jason Terry con 25 punti a guidare la carica  ai Nuggets, seguito soprattutto da Tyson Chandler. Alla fine non è bastato.
Nella terza e ultima gara notturna i Phoenix Suns hanno regolato i Golden State Warriors 112-88 mandando a segno tutto il roster a disposizione. Nash e compagni adesso sono a 25-25 tra vittorie e sconfitte: qualche chance di playoff esiste ancora.